Il primo nucleo di formazione della città tuttavia ebbe origini ben più antiche e probabilmente ricollegabili allo stanziamento nella zona di tribù liguri attorno al X secolo A.C.. Sottomessa dai romani fin dal II secolo A.C., la città , grazie alla sua felice ubicazione lungo la via Fulvis, divenne in breve fiorente. Costituita "foro" cioè capoluogo di una zona abbastanza estesa, dove ci si riuniva per adempiere a funzioni di carattere giuridico e per partecipare ai mercati, ebbe una vita intensa tanto da essere nominata in molti trattati e contratti dell’epoca non solo repubblicana, ma anche imperiale, e da essere ricordata come il primo dei tredici Presidi dell’Italia mediterranea sotto l’Imperatore Valentiniano III.
L’ETÀ MEDIOEVALE
Le mura di cinta costituirono, forse la più notevole
opera monumentale di Valenza. La loro importanza è
storica, urbanistica e sociale: oltre mezzo millennio,
dal '300 all'800 caratterizzando la città come
roccaforte, ne determinarono la vita, le vicende
politiche e l'assetto territoriale.
Verosimilmente verso il V secolo D.C., le popolazioni, che avevano formato la Valenza ligure e poi romana scesero, dalla zona compresa tra le colline di Astigliano e il confine con Monte Valenza, a costituire un nucleo urbano compatto nella zona dove attualmente sorge la città . La tradizione popolare ne attribuisce il merito a San Massimo (patrono di Valenza) che avrebbe deciso l’accentramento degli abitanti nel luogo in cui si fosse posata una colomba appositamente lasciata libera; cosa che avvenne in quella località che, ancora oggi, è chiamata "colombina". Comunque sia, è probabile che a rendere necessario l’abbandono delle primitive sedi sia stato il bisogno di garantirsi una maggiore sicurezza all’epoca della calata dei barbari che, ciò nonostante, ripetutamente attaccarono e distrussero la città . Fu infatti sottomessa ad Odoacre e a Teodorico e, durante la guerra greco-gotica, fu messa a ferro e fuoco dal generale bizantino Belisario. Subì le incursioni del burgundo Gundebaldo e la lunga dominazione dei Longobardi. Sconfitti questi ultimi dai Franchi ed espugnata Pavia, passò sotto il dominio di Carlo Magno e dei carolingi e rimase sotto il loro controllo fino alla creazione della Marca del Monferrato, da parte dell’Imperatore Ottone I, in cui fu inclusa. Ma agli albori dell’epoca comunale essa era già tanto forte e munita da rifiutare l’asservimento ai Marchesi del Monferrato, assicurandosi l’indipendenza.
Fu nel 1500 che la città ebbe modo di incrementare la propria attività economica e intorno al XVII secolo si potevano contare a Valenza sei filande di seta ed un’industria di fustagni che occupavano centinaia di donne; rinomata era anche la fabbricazione di vasi atti a contenere il vino e molto attivo era il commercio attraverso i ponti di barche sul Po. Né d’altra parte perdeva le sua caratteristiche di città militare avamposto della Lombardia spagnola verso il Piemonte sabaudo, il Monferrato dei Gonzaga e i rinnovati interessi francesi, sicché era anche continuamente munita e rafforzata.
Sempre nel 1500 vennero costruite alcune ville nobiliari come nuovo tipo di abitazione, diversa da quella cittadina e inserite all'interno di parchi come Villa Pastore, Villa Gropella, Villa Ceriana e Villa Astigliano, tutte in posizione panoramica.
Nel 1606 fu costruito l'attuale Duomo, dall'architetto Paolo Falcone e nel 1622 venne aperto al pubblico, anche se non ultimato. L'edificio è stato rimaneggiato nei secoli e la facciata attuale è del Moriggi che praticò una serie di restauri verso il 1890.
Un nuovo assedio subì nel 1696, durante la guerra della Lega di Austria contro Luigi XIV re di Francia, ma francesi e sabaudi, guidati da Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, non riuscirono a piegarla. Rimase soggetta agli spagnoli sino al 1707, quando fu conquistata da Vittorio Amedeo II di Savoia, durante la guerra di successione spagnola, allorché i francesi, questa volta alleati agli spagnoli, battuti nella battaglia di Torino (1706), sgombrarono quasi tutto il Piemonte. Ai Savoia la città rimase grazie al trattato di Utrecht del 1713. Valenza rimase sotto la dominazione dei Savoia fino al 1796, quando iniziò la conquista da parte della Francia prima repubblicana e poi napoleonica, di cui seguì, con il resto del Piemonte, le numerose vicissitudini sino al 1814.Con l’unità d’Italia, Valenza perde definitivamente il suo carattere di città militare e, nel quadro del mercato nazionale unificato, sviluppa attività industriali nuove, che prima affiancano e poi offuscano quelle tradizionali e quelle agricole.
Intorno al 1840, Vincenzo Morosetti iniziava l’industria orafa, che era destinata a diventare la più importante del nostro paese, sviluppandosi non solo sul piano tecnico ed imprenditoriale, ma anche legandosi originalmente alle svolte della moda e dell’arte europee, senza perdere la grande forza della tradizione artigiana da cui era uscita.